Partiamo dai numeri...
Il dibattito sulla “bontà” o qualità dell’istruzione italiana rispetto ad altri modelli scolastici è argomento ricorrente sia tra gli esperti di settore che nella popolazione civile di ogni età: tra sostenitori incondizionati del primato del sistema educativo italiano e esterofili amanti di altri sistemi scolastici sono infiniti gli argomenti che possono supportare entrambe le tesi.
Ma spostando lo sguardo dal sistema scuola ai livelli di istruzione dei suoi “protagonisti” - i fruitori, gli allievi, tutti noi – è interessante evidenziare alcuni dati, sicuramente scomodi ma pur sempre utili per prendere consapevolezza di un fenomeno e, laddove possibile, auspicabilmente porvi rimedio.
22% sono gli italiani di età compresa tra 30 e 34 anni che hanno un diploma di scuola secondaria superiore. La percentuale è la più bassa di tutti i paesi europei, che presentano una media del 36%, con punte di paesi più virtuosi quali Belgio, Danimarca, Irlanda che si avvicinano, o superano, il 50%. Siamo insomma a poco più di metà strada dall’obiettivo che ci ha posto l’Europa, e cioè quello di arrivare ad almeno il 40% entro il 2020. (Fonte: dati eurostat 2013)
45% sono gli italiani di età compresa tra i 25 e i 64 anni che NON hanno un diploma di scuola secondaria superiore. Anche in questo caso appare considerevole, sennon allarmante, la distanza rispetto al dato medio europeo del 25% e ai paesi più virtuosi quali la Germania con valori al di sotto del 15% (fonte: dati indagine ocse programma PIAAC 2013)
17% sono gli italiani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che si sono fermati alla licenza media (la quarta percentuale più alta dell’Unione Europea) e non sono più in formazione, cioè che hanno abbandonato prematuramente gli studi, alimentando il cosiddetto fenomeno dell’abbandono scolastico. La media EU dell’abbandono è del 13% e l’obiettivo 2020 è fissato al 16% (fonte: dati 2013 MIUR)
27% sono gli studenti italiani che nel 2013 hanno abbandonato la scuola secondaria superiore. Uno su tre cioè degli iscritti al primo anno ha poi lasciato la scuola senza arrivare al quinto anno. E se solo una piccola parte di questi ha proseguito in altre strade quali la scuola non statale o i corsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), se ne deriva che per la maggior parte questi giovani hanno ingrossato la già ampia comunità dei cosiddetti NEET - Not (engaged) in Education, Employment or Training -, i giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano non lavorano e non fanno formazione e che, dati Istat alla mano, sono stimati in oltre 2 milioni (pari al 23% della fascia d’età analizzata).
20% sono gli italiani di età compresa tra 30 e 34 anni che hanno un diploma di laurea, contro la media europea del 40%.
Ultimo è il posto riservato all’Italia per le competenze alfabetiche, secondo l’indagine PIAAC (Program for the International Assessment of Adult Competencies) che valuta le competenze degli adulti (16-65 anni) in una classifica dei paesi OCSE
Penultimo è il posto riservato all’Italia per le competenze in matematica, sempre relative alla popolazione adulta, nella stessa indagine PIAAC.
Perché sono importanti questi numeri?
Perché, contemporaneamente, ne emergono altri che completano lo scenario:
- 40 milioni sono i lavoratori con istruzione terziaria (università o simili) che mancheranno nel 2020 a livello globale.
- 45 milioni sono i lavoratori con istruzione secondaria (diploma) che mancheranno nel 2020 nelle economie in via di sviluppo.
- 95 milioni sono i lavoratori con istruzione di base (licenza media) in più rispetto a quelli che serviranno nel 2020 (fonte: Global opportunity report 2016, un’indagine condotta a livello globale da Dnv Gl, dal Global compact delle Nazioni Unite e da Monday Morning).
- 38% è il tasso di disoccupazione giovanile in Italia contro il 22% della media UE (fonte: rielaborazione dati Eurostat, il Sole 24 ore dicembre 2015, v.sotto).
Le indagini condotte dai vari istituti di statistica italiani e europei sembrano distanti dalla vita di tutti i giorni ma di fatto ci spiegano, e in modo abbastanza semplice, il complesso intreccio tra i livelli di istruzione e le prospettive occupazionali (e di retribuzione).
Se questo scenario rappresenta inevitabilmente – lato sistema - un campanello d’allarme che impone una riflessione sulle molteplici cause dello status quo di ora ed eventuali politiche correttive future, dal lato utente traccia, per ilpubblico degli adulti, una grande opportunità di recupero e di avanzamento.
Prendere il diploma, non importa se in ritardo, rappresenta oggi più che mai una scelta possibile e soprattutto auspicabile. Al di là della posizione lavorativa del momento, e ancor più in caso di non occupazione, l’investimento nell’istruzione è una scelta lungimirante che non solo offre più strumenti per far fronte alle intemperie ed evoluzioni del mercato del lavoro, ma si coniuga anche con abilità cognitive e sociali che aiutano nella vita quotidiana e di relazione, in ogni ambiente.
In breve, studiare da adulti può essere anche un’esperienza di rinnovamento e gratificazione che aiuta anche a potenziare l’autostima.
Ho solo la licenza media ma lavoro full-time, come faccio a prendere un diploma?
Certamente tornare sui libri da adulti può sembrare strano o spaventare, ma è sufficiente informarsi sulle modalità di svolgimento del programma per capire che è una strada percorribile e facilmente coniugabile con la vita familiare o occupazionale laddove presente.
I corsi per gli adulti tengono infatti conto dei tempi e delle esigenze di apprendimento legate all’età, agli impegni e agli orari della vita adulta, non per nulla si parla spesso di scuola serale.
Anche i professori che insegnano agli adulti sono più disponibili e comprensivi verso le loro esigenze. I docenti del Centro Studi Benedetto Croce hanno una lunga esperienza nell’insegnamento a persone adulte e sono i primi a dire che è un altro mondo rispetto ai ragazzi, e come tale va affrontato in modo diverso. Per l’adulto è per esempio molto importante l’attività di ricerca così come il risultato in quanto basta poco, anche solo una nozione difficile da memorizzare, a far perdere concentrazione o motivazione.
Quanto dura la preparazione per prendere il diploma?
La singola valutazione sugli eventuali anni di studio già effettuati o sulle priorità di chi ne fa richiesta determina la durata del corso da seguire per ottenere il diploma, durata che può essere anche relativamente breve.
In generale, ma non è una regola, per un adulto maggiore di 23 anni o per una persona che non abbia mai superato un anno di scuola superiore è consigliabile effettuare una preparazione in più tempo, suddividendo in un anno la preparazione all’idoneità di terza, in un altro anno la preparazione al secondo biennio, e dedicando il terzo anno alla preparazione dell’Esame di Stato.
Naturalmente il percorso può essere anche più breve e ridursi a due anni nel caso di una persona con una buona cultura personale o magari già con anni di lavoro in un settore vicino a quello del diploma.
Frequente è il caso di chi lavora nel settore della contabilità da anni e voglia conseguire il diploma di Amministrazione Finanza e Marketing.
Quando iscriversi e a cosa?
Il Centro Studi Benedetto Croce offre tre indirizzi di studio agli adulti che vogliano seguire una scuola serale per conseguire il Diploma:
- Amministrazione Finanza e Marketing.
- Professionale per i Servizi Socio Sanitari
- Liceo delle Scienze Umane
Per quanto riguarda la tempistica, le iscrizioni per l’anno 16/17 sono in corso e fino al 30 settembre 2016 è possibile usufruire della retta ridotta. Il Centro Studi Benedetto Croce offre anche assistenza gratuita per svolgerele pratiche burocratiche, che prevedono l’inoltro della domanda per sostenere la maturità entro il 30 novembre e per le altri classi entro il 31 gennaio.